titolo-territorio

aroundus3-circle
clear

aroundus1-circle
clear

aroundus2-circle
clear

Terra di confine tra Piemonte e LiguriaMonterotondo
è una piccola frazione del comune di Gavi,
circondata da vigneti nel cuore della
Denominazione di Origine Controllata e Garantita.

Gavi

Situata nel cuore degli 11 comuni della Denominazione, Gavi è una cittadina che affonda le sue radici nell’epoca preromana ritrovamenti fanno supporre l’esistenza della stazione neolitica di Cavatium da cui il latino Gavium. Le cronache tramandateci parlano di un’ antica Gavi in lotta con Roma, poi da questa conquistata. Si cita l’ esistenza di un “castello” sulla vetta della roccia di Gavi: in esso, la leggenda vuole che trovasse rifugio dai suoi persecutori la principessa Gavia. Caduto l’impero romano, Gavi rimase d’ ambito bizantino, poi franco. Il ritrovamento di resti di armi arabe documenta la presenza dei Saraceni (X secolo): da allora la parte est del monte è denominata appunto Monte Moro.

Notizie storiche certe sul Castello di Gavi si hanno verso l’ anno Mille. In quel periodo Gavi apparteneva alla famiglia degli Obertenghi. Da questi discese il ramo di marchionato che dal XII secolo assunse il titolo ‘di Gavi’. Primo marchese di Gavi fu Guido, insediatosi in loco intorno al 1100, il quale nel 1116 cedette il marchesato al figlio Alberto. Durante il lunghissimo dominio di Alberto (60 anni), Gavi, contornata da potenze in netto sviluppo, il vasto comune di Tortona, il Marchesato Aleramico e Genova, e in posizione commercialmente strategica, vide svilupparsi la sua potenza e diventare pedina ambitissima. Gavi si trovo’ spesso al centro di dispute e di allenze, godendo di un periodo sereno solo durante il dominio dell’imperatore di Svevia Federico I, noto come Federico Barbarossa, legato da parentela ed amicizia ai marchesi di Gavi ed in possesso di una torre sul Castello in cui soggiorno’ piu’ volte. Alla morte del Barbarossa (1190) le sorti del marchesato di Gavi andarono sempre piu’ declinando fino a quando il 16 settembre 1202 con atto ufficiale, passarono ai Genovesi il borgo, il castello e la curia, composta da Tassarolo, Pasturana, Montaldo (Rigoroso), Amelio, Croce e Gottorba, e tutto il loro territorio. Da allora le vicende di Gavi e del suo Forte sono strettamente collegate a quelle della Repubblica di Genova. Nel decennio 1348-1358 Gavi ed il suo Castello furono sotto il dominio della nobile famiglia dei Visconti. Nel 1359 Gavi ritorna in possesso della Repubblica di Genova seguendone le vicissitudini, fino a quando, tra alterne vicende, ritorna ai Visconti. La seconda signoria dei Visconti ha inizio nel 1418, poi il castello viene ceduto ai Fregoso e, nel 1468, alla famiglia dei Guasco di Alessandria. Nel 1528 Gavi e il suo Forte ritornano sotto il dominio della Repubblica di Genova. Si apre finalmente un lungo periodo di pace. Nel 1625, durante la guerra tra Genova ed i Franco-Piemontesi, questi assediarono il Forte di Gavi, il quale resistette strenuamente per 17 giorni al comando del nobile Alessandro Giustiniano. La battaglia si concluse con la capitolazione del Forte, ma le liti scoppiate in seno ai vincitori, permisero l’ arrivo dei soccorsi genovesi, che lo riconquistarono. E’ in questi anni (1626 – 1929) che il Castello di Gavi assume vero e proprio carattere di fortezza, a seguito dei lavori di ampliamento progettati e diretti da fra Vincenzo di Fiorenzuola. Verso la metà del ’700 la fortezza di Gavi fu per un breve periodo sotto il dominio austriaco. Infine durante il periodo napoleonico fu teatro di battaglia tra le truppe francesi e quelle austriache.

In seguito al trattato stipulato tra Francia, Austria ed Inghilterra, nel 1814, la repubblica di Genova fu soppressa ed il suo territorio fu trasferito sotto il dominio del Re di Sardegna Vittorio Emanuele I. Da allora il Forte venne abbandonato e disarmato con decreto del 12 novembre 1854. Nella seconda metà del 1800 e fino al 1907 divenne reclusorio penale. Durante la I e la II guerra mondiale esso funzionò come campo di prigionia militare per austriaci ed inglesi.

Tassarolo

Il piccolo paese di Tassarolo, sorge ad una altitudine di 250m sulle ultime propagginidell’Appennino Ligure verso la pianura Padana.
Visto dalla vigna della Rovere Verde, accanto all’antica chiesetta della Madonnina di Sant’Ambrogio,  il paese appare adagiato ai piedi delle possenti mura del Castello Spinola.
I massicci bastioni della costruzione, che sovrastano l’ingresso del borgo antico, costeggiano la strada che porta alla piccolissima piazza  dove sorge la chiesa parrocchiale dedicata a San Nicolao, il municipio, il bar, il negozio di alimentari, il forno e la salita che porta al castello.
Da subito appare evidente  il compatto agglomerato urbano, tipico esempio di testata di crinale, con le case dai vecchi comignoli costruite con un’architettura semplice ma dignitosa,
Sorto verso il Mille come baluardo contro le invasioni barbariche, il castello, protagonista nel corso dei secoli di vicende militari, azioni diplomatiche, trattative segrete, intrighi misteriosi ed oscuri, venne costruito intorno ad una torre di guardia posta a protezione e difesa di una importante via di comunicazione tra Liguria e Pianura Padana. Per la sua posizione strategica, Tassarolo e il suo castello sono coinvolti nei frequenti e violenti scontri tra alessandrini e genovesi, interessati al suo possesso.
Durante le guerre del Monferrato, nel 1625, Tassarolo viene duramente occupato,come i paesi vicini, dalle truppe francesi le quali «andarono scorrendo per tutta la valle di Scrivia con grandissimo danno».
L’attuale costruzione è un rifacimento del XVI secolo,  conserva tuttavia parti più antiche e originarie. Durante la battaglia di Novi, del 15 agosto 1799, la brigata Grandjean, dell’esercito francese, componente la divisione Grouchy, agli ordini del generale Pérignon, dopo la disfatta subita dalle truppe napoleoniche sulle alture di Pasturana, fu l’unica che, puntando su Tassarolo, vi trovò rifugio e ristoro, potendo raggiungere Gavi al completo riuscendo in tal modo a salvarsi. Durante la campagna di Marengo poi, il maniero diede ospitalità al generale Espinasse e alle sue truppe.
Dalla metà del XIV secolo il Castello è di proprietà della famiglia Spinola di Luccoli.

Notizie storiche tratte da:
Dino B. Bergaglio, Guida di Tassarolo, Accademia Urbense, Ovada, 2006.  www.accademiaurbense.it

Lungo la strada che dal centro di Tassarolo porta alla nostra cantina troverete sulla sinistra il Golf Colline del Gavi. Le buche del percorso, di elevato livello tecnico, seguono uno sviluppo naturale, sfruttando i dolci saliscendi e la morfologia del terreno  tra foreste, colline, corsi e bacini d’acqua

Tre sono i percorsi:
il 18 buche da campionato, lungo 6.380 mt., par 73 (slope rating 136, course rating: 73,2 uomini, 75,4 donne);
il 18 buche footgolf, lungo 2230 mt., par 72;
il 9 buche executive, lungo1895 mt., par 31 (slope rating 111, course rating 61,3 uomini; slope rating 110, course rating: 62,5 donne).

www.golfcollinedelgavi.com

 

 

titolo-aroundus

aroundus3-circle
clear

aroundus1-circle
clear

aroundus2-circle
clear

Tassarolo

Each phase of La Mesma Gavi’s production is carefully carried out in our wine-cellar in Tassarolo, with 10 hectares of vineyards as well as a vast poplar grove. It’s name “La Bella Alleanza”, or Beautiful Alliance, comes from a treaty which took place here, in this area, during the Napoleonic Wars.

    

Among the vineyards stands a rare and beautiful Evergreen Oaktree, inscribed in the Monumental Tree Register of Piedmont, with oral tradition dating it back to the 14th century.